Un borgo tra i più belli d’Italia apre le sue cantine segrete e racconta, tra storia e calici, l’anima di un territorio che sta trovando la sua voce.
Un mese fa ho avuto una lunga telefonata con Luca Gambineri, degustatore AIS e rappresentante della Pro Loco Centro Storico Poppi. Non servivano preamboli: la passione condivisa per il vino era già un linguaggio comune. Luca mi ha raccontato della sua Poppi e di un evento che da ventisette anni anima e illumina le strade di questo bellissimo borgo: Il Gusto dei Guidi. Non una semplice manifestazione, ma un ponte tra storia e futuro, tra comunità e territorio, tra il Casentino e il mondo del vino.
Così il 23 agosto, di buon mattino, mi ritrovo anch’io nel Casentino. Le campagne immerse in una nebbia sottile, i filari che si risvegliavano lenti alla luce dorata dell’alba. Poppi appariva dall’alto del colle come una visione: mura possenti, portici eleganti, vicoli che si stringono fino al cuore del borgo e il grande castello che sovrasta la valle. Non a caso è inserito tra i Borghi più Belli d’Italia, custode di una storia che porta l’impronta dei Conti Guidi, signori medievali di queste terre. Il Castello dei Conti Guidi, perfettamente conservato, con la Biblioteca Rilliana, la cappella affrescata da Taddeo Gaddi e la torre che domina la Piana di Campaldino, sembra proteggere da secoli la valle e la sua gente.
Visitare Poppi nei giorni del Gusto dei Guidi significa non solo perdersi nella sua bellezza architettonica e paesaggistica, ma scoprire anche la Poppi segreta: cantine di palazzi nobiliari che si aprono eccezionalmente, giardini nascosti trasformati in luoghi di degustazione, una comunità che si racconta attraverso il vino.
Il borgo si veste a festa e io, appena arrivata, dopo aver lasciato frettolosamente la mia valigia al B&B, mi dirigo al Ristorante L’Antica Cantina. È lì che la giuria si riunisce per decretare i vincitori del concorso enologico. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni: calici allineati, schede pronte, silenzio carico di concentrazione. La giuria quest’anno era composta da professionisti di grande esperienza: Luca Marchiani, Miglior Sommelier AIS Toscana 2025 (delegazione AIS Firenze); Massimo Rossi, Delegato AIS Arezzo; Tiziana Croci, Delegato AIS Città di Castello; Franco Morena, Delegato AIS Urbino/Montefeltro; Luca Gambineri, degustatore AIS e anima della Pro Loco; insieme ai degustatori AIS Saverio Tizzanini, Anselmo Fantoni, Daniela Franchetti, Clara Tizzanini, all’enologo Umberto Trombelli e alla giornalista Lorenza Cerbini. Un lavoro corale, fatto di ascolto, confronto e rigore tecnico.
La selezione ha portato risultati che sono già memoria: per la prima volta un’azienda del Casentino conquista il premio come miglior IGT Rosso. È l’Ornina Trigono 2018, un vino potente, blend di Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo nato da vigne vecchie nelle sole annate migliori, fermenta spontaneamente in tonneau aperti con una macerazione di 25 giorni, matura poi 24 mesi in tonneau di rovere francese e successivo affinamento di due anni in bottiglia. Un sorso deciso, naturale e vibrante, che esprime il carattere schietto della valle. La Tenuta di Frassineto porta a casa due vittorie: con l’Anniversario Metodo Classico 48 mesi, un blanc de blancs da Chardonnay elegante e minerale, e con il bianco Rancoli 2024, un 100% Vermentino dalle note di pera e frutta esotica, fresco, preciso e luminoso. Per i rosati il trionfo va a Cardomonte, al suo debutto a Il Gusto dei Guidi con il suo Paniarosa 2024, blend di Merlot, Syrah e Bonamico (vitigno autoctono un tempo relegato a uva da taglio, oggi riscoperto): un rosato corallo che vibra su note di lampone, fragolina di bosco e cenni balsamici di foglia di verbena; dal sorso agile, fresco su una lunga scia sapida finale.
“Il Gusto dei Guidi è oggi una manifestazione riconosciuta a livello regionale” ha dichiarato il sindaco Federico Lorenzoni, sottolineando la nascita dell’Associazione dei Viticoltori Casentinesi come strumento di crescita e volano turistico per l’intera vallata.
Poppi la sera brilla di luci e voci, il borgo si trasforma in un intreccio di profumi, risate e calici in aria. È qui che ho avuto la possibilità di assaggiare i vini da vicino, non più con il rigore della scheda tecnica, ma con la curiosità del cuore e l’emozione del racconto diretto dei produttori.
Trai miei assaggi Agricola Il Casotto ha saputo incuriosirmi con la sua gamma ruspante ma autentica, capace di unire freschezza e carattere. Un Traminer Aromatico 2024 delicato e fragrante, con un naso floreale che apre a tocchi di frutta esotica e un sorso diretto, pulito, immediato. Un Riesling Renano che si muove su note agrumate e cenni di pietra focaia, che alla beva richiama armonicamente ad un’acidità agrumata, capace di dominare il sorso su un finale sapido lungo e deciso. Poi il Badalischio, vino che conferma la vitalità della ricerca locale: sincero, schietto, con un’anima territoriale che non cerca compromessi. E infine la sorpresa del Muffato (nato da una selezione di uve di Traminer lasciate appassire in pianta per settimane e attaccate da muffa nobile), dolce ma non stucchevole: un intreccio di miele, zafferano, frutta candita e freschezza viva; una carezza che rimane sulla lingua senza appesantire.
Dalla stessa valle, ma con un’anima diversa, il Torello Syrah di Antico Fio, IGT Toscana Rosso, mi ha colpita per eleganza e finezza. Al naso si muove su sentieri varietali speziati di pepe nero, si intrecciano poi sussurri di lamponi e mora, con tocchi di tabacco dolce. In bocca l’attacco è deciso, il tannino si fa sentire con fermezza ma subito si integra, accompagnato da un sorso pieno che segue fedelmente l’impronta del naso. La chiusura è elegante, raffinata.
Poi è stata la volta di una storia che da sola basterebbe a raccontare cosa significhi passione: Podere Sofia. La prima annata, la 2021, appena 400 bottiglie, fu presentata al Gusto dei Guidi 2023: il successo fu travolgente, le bottiglie finirono in poche ore, tra l’emozione e l’incredulità del vignaiolo che le aveva considerate un semplice divertimento. Anche in questa nuova edizione si è riconfermato l’amore del pubblico, tanto che al mio arrivo allo stand Federico non aveva più una bottiglia sul tavolo, ma è stato così gentile a propormi una degustazione in cantina per il giorno seguente (non potevo lasciare Poppi senza aver assaggiato il suo Syrah di cui tutti a Poppi mi hanno parlato).
Un Syrah di stoffa assoluta, 18 mesi di barrique, 14,5% vol, vinificazione artigianale senza ausili tecnici, tutto avviene a mano: tre rotture del cappello al giorno, pressa manuale e affinamento in legno con un solo travaso prima dell’imbottigliamento, senza filtrazione. Nel calice il colore è fitto, il naso elegante di frutta scura dove trionfa il cassis, la mora di gelso, chiodo di garofano, poi si fanno spazio sentori varietali di pepe nero e un elegante cenno di pasta di oliva. Il sorso si fa pieno, ma sorretto da una straordinaria freschezza, in cui il tannino dalla trama finissima si integra magistralmente. È un vino che non solo si beve: si ascolta, si contempla e porta dentro l’energia della terra da cui nasce.
Passeggiando tra i vicoli illuminati, con il castello che vigila dall’alto e la valle che profuma di storia, ho compreso davvero il senso di questa manifestazione. Il Gusto dei Guidi non è soltanto un festival del vino: è un atto corale che unisce memoria e futuro, un racconto in cui ogni calice è una pagina di identità, orgoglio e appartenenza. Poppi e il Casentino, terre non tradizionalmente note per la viticoltura, stanno trovando la loro voce, e lo fanno con vini che hanno la forza di sorprendere e l’eleganza di restare.
Porto con me l’immagine di un borgo vivo, le parole dei produttori, il silenzio denso delle degustazioni del mattino e il vociare allegro della sera, il calore di una comunità che ha scelto il vino come linguaggio del proprio futuro. E soprattutto custodisco la certezza che qui, a Poppi, il vino si fa memoria, poesia e promessa.
Ecco i risultati della XVIII edizione del concorso enologico del Gusto dei Guidi:
Categoria IGT Toscana Rosso
VINCITORE:
Ornina – Trigono 2018
FINALISTI EX AEQUO:
Rocca di Castagnoli – Pratola 2019
Antico Fio – Torellino 2021
La Mausolea – Vino dei Romiti 2022;
Villa La Ripa – Syrah Syrah 2022
Tenuta di Frassineto – Maestro della Chiana 2020
Robin Baum Wines – 2019 Robin Baum
Villa la Ripa – Tiratari 2021
Robin Baum Wines – 2019
Fattoria Casabianca – Il Gran Casino 2016
Categoria IGT Toscana Bianco
VINCITORE:
Tenuta di Frassineto – Rancoli 2024
FINALISTI EX AEQUO:
Ornina – Orblanc 2022
Rocca di Castagnoli – Boscoriccio 2022
Agricola il Casotto – Traminer Aromatico 2024
Cardomonte – Luna Pennata 2024
Categoria IGT Toscana Rosato
VINCITORE:
Cardomonte – Paniarosa 2024
FINALISTI EX AEQUO:
Tenuta di Frassineto – Syrah Rosé 2024
Poggio al Vento – La Runa 2024
Soc. Agr. Mugnaione – Buttallaria 2023
Poppiena – Poppiena Rose’ 2024
Categoria Metodo Classico e Charmat
VINCITORE:
Tenuta di Frassineto – Metodo Classico 48 Mesi
FINALISTI EX AEQUO:
Baracchi – Brut
Cantina dei Vini del Morellino – San Rabano Rosato
Cantine Faralli – Trentaseiesima luna Brut
Baracchi – Brut Rosè
Laureata in Cultura e Stilismo della Moda e sommelier AIS, da sempre ha fatto della scrittura il modo più naturale per descrivere le sue emozioni. Con i piedi ben piantati in vigna e lo sguardo sempre curioso, vive il mondo con eccentricità gentile, cercando in ogni dettaglio quella scintilla capace di trasformarsi in racconto. Per lei, un calice è come un libro, che legge e racconta con umiltà. Scrive come cammina tra i filari: con rispetto, meraviglia e una sana dose di autenticità. Le sue parole non vogliono spiegare, ma far emozionare e magari, per un attimo, far tornare chi legge a sentirsi a casa.
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