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CHINON E BOURGUEIL: DUE AOC PER CONOSCERE IL CABERNET FRANC DE LA TOURAINE

Ricognizione sul Cabernet Franc nella regione della Touraine, una delle più vocate ed estese al mondo, attraverso due delle sue denominazioni più emblematiche e rappresentative: Chinon e Bourgueil.

 

IL CABERNET FRANC IN TOURAINE

Si stima che la superficie vitata mondiale a Cabernet Franc ammonti a circa 56.000 ettari[1].

Di questi, la quota più significativa, ovvero circa 32.000 ettari, si trova in Francia e più o meno la metà si concentra specificatamente nella regione della Touraine, lungo il corso della Loira.

Qui, a differenza di Bordeaux, il Cabernet Franc, che localmente prende il nome di Breton[2], non è impiegato prevalentemente in assemblaggio, ma è vinificato in purezza.

È dunque questo il territorio d’elezione che consente una lettura del vitigno che, a sua volta, come tutti i grandi vitigni, restituisce una lettura precisa del territorio.

DOVE SIAMO?

Lungo il corso della Loira, si possono incontrare in rapida successione numerosi territori e vitigni con caratterizzazioni molto diverse.
L’ampia regione della Touraine si sviluppa intorno a Tour ed è indicativamente compresa tra Chinon e Orleans, per una lunghezza di circa 170 chilometri.

Siamo nel territorio dei grandi e maestosi castelli di Loira, con paesaggi rigogliosi, chiamati le Jardin de la France.

La Touraine comprende diverse denominazioni, tuttavia la nostra ricognizione si concentra su due aree contrapposte rispetto il corso della Loira, ovvero le denominazioni Bourgueil e Chinon, poste rispettivamente a nord e a sud del corso del fiume, ovvero sulla riva destra e sinistra.

CHINON AOC

Istituita nel 1937, la AOC Chinon è una denominazione della Valle della Loira dedicata alla produzione di vini fermi. I vini rossi rappresentano l’86% della produzione, affiancati da rosati e bianchi.

Il vitigno dominante è il Cabernet Franc, che può essere integrato da una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon (non più del 10% in vigna). I vini devono essere sempre secchi (con meno di 2 grammi/litro di zucchero residuo) e subiscono la fermentazione malolattica. La resa massima è fissata a 55 ettolitri/ettaro.

La denominazione si estende su quasi 2.400 ettari e coinvolge 26 comuni sulle due sponde del fiume Vienne, importantissimo affluente della Loira.

La produzione annua si attesta su una media di 12 milioni di bottiglie, a opera di circa 200 aziende.

Il terroir della AOC Chinon si distingue in due zone principali che determinano lo stile dei vini:

  • I coteaux (colline), con suoli argilloso-calcarei e tuffeau. La pietra sabbioso-calcarea utilizzata anche come materiale di costruzione per i castelli. Questi terreni producono vini robusti e longevi.
  • Le terrasses (terrazze), con terreni prevalentemente alluvionali, sabbiosi e ciottolosi, danno vita a vini più fluidi e leggeri.

 

BOURGUEIL (E SAINT-NICOLAS-DE-BOURGUEIL) AOC

Istituite entrambe nel 1937, le appellations Bourgueil e Saint-Nicolas-de-Bourgueil sono due denominazioni contigue sulla sponda nord del fiume Loira, a ovest di Chinon. La loro produzione complessiva si avvicina ai 20 milioni di bottiglie all’anno.

Il vitigno principale è il Cabernet Franc, a cui può essere aggiunto fino a un 10% di Cabernet Sauvignon in vigna. La superficie vitata si estende per circa 1.400 ettari per Bourgueil e 1.100 ettari per Saint-Nicolas, coltivati da circa 300 produttori complessivi.

Sebbene siano geograficamente un tutt’uno, differiscono per alcune caratteristiche. I parametri di resa, inoltre, sono leggermente più restrittivi rispetto a Chinon:

  • Bourgueil: resa massima di 8.500 kg/ettaro in vigna e 55 ettolitri/ettaro in cantina.
  • Saint-Nicolas: resa massima di 9.000 kg/ettaro in vigna e 58 ettolitri/ettaro in cantina.

Come per Chinon, i vini sono sempre secchi e subiscono la fermentazione malolattica completa.

Il territorio delle due AOC presenta un continuum di suoli che determina lo stile dei vini:

  • Le zone più elevate, con suoli argillosi-silicei e gessosi, producono vini più strutturati e longevi.
  • Le aree intermedie, a matrice prevalentemente argillosa, offrono vini di medio corpo.
  • I terreni più vicini al fiume, composti da sabbia e ciottoli alluvionali, conferiscono ai vini maggiore freschezza e un profilo più fruttato.

  

DEGUSTAZIONE

La degustazione, organizzata da Luca Missori, esplora i territori dando spazio ad interpretazioni diverse, assemblaggi o singoli cru, senza trascurare l’aspetto della longevità. Infatti, seppur diversi Cabernet Franc sono pensati per un consumo immediato, hanno dimostrato anche ottime capacità di invecchiamento.

CHINON

DOMAINE ALLIET

Gestito da Philippe e Pierre Alliet, il Domaine Alliet è una tenuta di riferimento a Cravant-les-Coteaux per la produzione di vini di alta qualità nell’AOC Chinon. L’azienda si estende su 18 ettari di vigneto, coltivati con metodo biologico.

La filosofia del domaine è improntata su una produzione rigorosa, mirata a esaltare l’eleganza del Cabernet Franc. In cantina si predilige un’estrazione misurata e l’uso di botti grandi per valorizzare la finezza dei vini.  

Chinon Aoc 2023 | Philippe Alliet

Rubino compatto, quasi impenetrabile. Espressivo, riconoscimenti nitidi e ben scanditi: fragole e amarene, frutti di bosco, liquirizia dolce, tisana, infine sensazioni fumé. Al sorso è scorrevole e pulito, con un tannino ben levigato e pronto nonostante la giovane età.

Chinon L’Huisserie Aoc 2022 | Philippe Alliet

Rubino impenetrabile con unghia violacea. Pepe, spezie scure, liquirizia, habanero, cenere, grafite. Tannino giovane che emerge in chiusura, a dispetto di un sorso succoso, ampio e dissetante.

Chinon Coteau de Noiré Aoc 2016 | Philippe Alliet

Rubino concentrato. Note vegetali e richiami fumé. Poi frutti rossi, liquirizia e cenni balsamici. Sorso garbato, con buon equilibrio ed impeccabile integrazione tra le componenti, ancora vivide e vibranti. Sapido e persistente in chiusura.

Bernard Baudry

Fondato nel 1975 da Bernard Baudry, è oggi un punto di riferimento per l’AOC Chinon. La tenuta, gestita insieme al figlio Matthieu, è cresciuta dai 2 ettari iniziali fino agli attuali 32 ettari, tutti coltivati con metodo biologico dal 2006.

La filosofia del domaine si basa sull’espressione parcellare del terroir. I Baudry valorizzano le diverse sfumature dei loro suoli per produrre vini che riflettono in modo autentico il luogo d’origine.

“Le Clos Guillot”: considerato uno dei cru storici della tenuta, nasce da un vigneto su suoli calcarei e argillosi, conferendo al vino una struttura più robusta e un grande potenziale di affinamento.

Chinon Le Clos Guillot Aoc 2021 | Bernard Baudry

Rubino concentrato. Ciliegia, visciola, acqua di rose, liquirizia, incenso. Sorso garbato, tannino ben delineato, acidità tesa, infine chiusura sapida con ritorni fruttati.

 

CHARLES JOGUET

Il Domaine Charles Joguet è una delle cantine più rappresentative e storiche dell’AOC Chinon, riconosciuta per aver rivoluzionato la denominazione e per essere stato un pioniere nella valorizzazione dei singoli cru. Fondato nel 1957 dall’artista Charles Joguet, che trasformò l’azienda familiare, il domaine si estende oggi su circa 40 ettari di vigneto.

La filosofia di Charles Joguet, oggi portata avanti dal team, guidato da Kevin Fonteneau, si fonda sulla convinzione che il terroir di Chinon possa esprimere la sua grande diversità attraverso vinificazioni separate.

Il domaine è stato tra i primi a introdurre il concetto di cru per il Cabernet Franc. Tre i cru prodotti:

  • Clos de la Dioterie: proveniente da vecchie vigne su terreni argillo-calcarei, è il vino più potente, strutturato e longevo del domaine, capace di invecchiare per decenni.
  • Les Varennes du Grand Clos: Prodotto da vigneti su terreni sabbiosi e ciottolosi in prossimità della Loira, è un vino più leggero, fruttato e di pronta beva, pur mantenendo una notevole complessità.
  • Clos du Chêne Vert: Da un singolo vigneto su suoli prevalentemente calcarei, questo vino si distingue per la sua eleganza, finezza e complessità aromatica. È spesso considerato l’espressione più pura ed eterea dello stile di Joguet.

Chinon Varennes du Grand Clos Aoc 2015 | Charles Joguet

Rubino concentrato, con orlo granato. Ricordo di pomodoro secco e olive, sottobosco e un’idea di tartufo. Sorso evoluto, con acidità ben delineata che ne mantiene l’equilibrio seppur tende a pardere integrazione.

Chinon Clos du Chêne Vert Monopole Aoc 2015 | Charles Joguet

Rubino concentrato. Frutto scuro, mirtillo, mora, cenno di tamarindo, erbe aromatiche, liquirizia dolce. Sorso succoso con acidità sferzante, elegante, terso, senza fronzoli, né eccessiva complessità.

 

BOURGUEIL

Domaine Y. Amirault

Il Domaine Y. Amirault è una delle cantine più apprezzate e dinamiche della Loira, con sede a Saint-Nicolas-de-Bourgueil. Fondata da Yannick Amirault nel 1977, l’azienda ha ereditato una lunga tradizione familiare e oggi è un punto di riferimento per la produzione di vini che uniscono la filosofia della biodinamica con un’espressione fedele del terroir.

Il domaine si estende per circa 19 ettari, suddivisi tra le appellations di Bourgueil e Saint-Nicolas-de-Bourgueil. La cantina ha intrapreso un percorso di agricoltura biologica già negli anni ’90, ottenendo la certificazione nel 2009.

La vinificazione avviene con lieviti indigeni, evitando filtrazioni, con l’obiettivo di preservare la purezza e la vitalità dei vini. L’affinamento avviene in botti grandi, uova di cemento e anfore, per ammorbidire i tannini del Cabernet Franc senza mascherarne i profumi. Lo stile di Amirault è noto per l’eleganza, la complessità aromatica e il grande potenziale di invecchiamento.

Tra i vini di riferimento Les Malgagnes è una cuvée che si distingue per la sua complessità e mineralità.

Saint Nicolas de Bourgueil Les Magagnes Aoc 2021 | Y. Amirault

Rubino impenetrabile, nero. Mora, prugna, rosa, pepe, legna arsa, tè nero, cenno ematico. Tannino fitto e sottile. Sorso intenso e strutturato, rifinito da una spinta acida che conferisce agilità.

  

Domaine Pierre & Catherine Breton

Il Domaine Pierre & Catherine Breton affonda le sue radici nel 1886. Nel secolo successivo Pierre abbandona la cantina sociale per vinificare in proprio. Affiancato da Catherine, il domaine compie il passaggio al biologico nel 1990, divenendo un punto di riferimento per la viticoltura naturale e biodinamica della Loira. La sua filosofia è improntata su una vinificazione senza additivi, che mira a esprimere la massima libertà e spontaneità del frutto.

Tra i diversi vini prodotti, il Franc de Pied, è una cuvée molto speciale e ricercata, prodotta in quantità limitate. La sua particolarità principale, come suggerisce il nome, è che proviene da viti di Cabernet Franc non innestate su portainnesto americano, rievocando il vitigno nella sua forma originale, prima dell’arrivo della fillossera.

Bourgueil Franc de Pied Aoc 2019 | Catherine & Pierre Breton

Granato lucido e concentrato. Una nota vegetale e floreale caratterizza i profumi con sensazioni di frutti scuri, mora e prugna in secondo piano, poi toni di grafite e ghisa. Sorso punteggiato da acidità e sapidità. Buona progressione con tannini composti e finale molto persistente.

  

DOMAINE DES CHESNAIES

Il Domaine des Chesnaies, noto anche come Lamé Delisle Boucard, è una tenuta di riferimento nella denominazione Bourgueil, nella Loira. La sua storia affonda le radici nel 1889 e oggi è gestita da Philippe e Stéphanie, la quinta generazione della famiglia.

Il domaine si estende per circa 44 ettari, coltivati principalmente a Cabernet Franc (85%), con alcuni filari a Cabernet Sauvignon. La tenuta ha intrapreso un percorso di conversione all’agricoltura biologica e applica una gestione sostenibile della vigna.

La Cuvée Prestige rappresenta una selezione che incarna la vocazione all’invecchiamento della tenuta, con una struttura più complessa, per questo è stato scelto in degustazione un millesimo così datato che, seppur mostri inevitabilmente i segni del tempo e dell’evoluzione è stato ritenuto più giovane di quanto non fosse dai presenti.

Bourgueil Cuvée Prestige Aoc 1988 | Domaine des Chesnaies

Granato tendente al Bruno, piuttosto trasparente. Naso evoluto. Note salmastre di alga, salamoia, sensazioni terrose, note funginee, cenere, mineralità ferrosa. Sorso segnato da una acidità inattesa, piuttosto esile e frettoloso nella progressione. Retrolfattiva speziata.

[1] Fonte: https://glossario.wein.plus/cabernet-franc-2# aggiornata al 22 Feb 2025

[2] Il nome stesso rivela la provenienza dalla Bretagna, probabilmente in epoca medievale

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Scritto da

Michelangelo Fani, da oltre 15 anni appassionato di vino, distillati e gastronomia. Nel 2010 scrive occasionalmente su Dissapore. Nel 2012 collabora alla guida Bibenda 2013. Negli anni successivi partecipa ai panel per le Guide “ai sapori e ai piaceri regionali” di Repubblica (Lazio, Abruzzo, Marche Umbria, Puglia, Sardegna) e collabora con l’associazione Ateneo dei Sapori. Dal 2019 scrive sulla guida ViniBuoni d’Italia, edita dal Touring Club. Degwineandspirits.com è il suo taccuino di viaggio nel mondo del vino e dei distillati. Perché in fin dei conti, “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” (Danny Boodman T.D. Lemon Novecento – Novecento, A. Baricco).

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