La maison de Champagne Deutz ha presentato i suoi vini a Milano, presso il Mandarin Hotel, alla presenza della nuova cheffe de cave Caroline Latrive.
Nel cuore della Champagne, nel villaggio di Aÿ, ha preso forma nel 1838 una delle realtà più emblematiche della regione: la Maison Deutz. Il progetto nacque dall’iniziativa di William Deutz e Pierre-Hubert Geldermann, due giovani visionari tedeschi che decisero di unire le proprie competenze per dare vita a uno stile inconfondibile, fatto di rigore, equilibrio e un’insaziabile ricerca dell’eccellenza. Fu l’inizio di un viaggio che avrebbe presto superato i confini locali per affermarsi in Europa e negli Stati Uniti, fino a diventare fornitori ufficiali delle corti prussiana e spagnola all’inizio del Novecento. L’acquisizione nel 1993 da parte del gruppo Louis Roederer ha segnato una nuova fase di sviluppo, senza intaccare l’autonomia stilistica della Maison, oggi guidata dalla determinazione e dal talento della cheffe de cave Caroline Latrive.
Le fondamenta di questa eccellenza risiedono nella cura quasi maniacale dedicata alla vigna e ai dettagli della vinificazione. I 50 ettari di vigneti propri, certificati HVE di livello 3, si estendono tra i cru più pregiati della regione, da Aÿ ad Ambonnay, passando per Avize e Le Mesnil-sur-Oger. Altri 350 ettari di parcelle conferite da fornitori selezionati contribuiscono alla creazione delle cuvée, mantenendo altissimi standard qualitativi. Le vinificazioni parcellari, effettuate in oltre 200 tini in acciaio, permettono di cogliere ogni sfumatura dell’annata. Qui il tempo diventa un ingrediente fondamentale: le bottiglie riposano fino a nove anni nelle cantine scavate nel gesso, a trenta metri sotto terra, per sviluppare quella firma stilistica che coniuga precisione, purezza e complessità.
La sensibilità ambientale non è un valore accessorio: è il cuore del progetto. Deutz applica pratiche di viticoltura sostenibile da decenni, ora formalizzate nelle certificazioni ambientali e in un protocollo che coinvolge anche i vigneron conferenti. Il rispetto per il terroir, la biodiversità, la gestione responsabile delle risorse e la progressiva riduzione dell’impronta carbonica accompagnano ogni fase della produzione.
Il legame con Aÿ è viscerale: è qui che si trova la casa madre, ancora oggi dimora della famiglia fondatrice. Tra le antiche mura fedelmente ricostruite dopo gli incendi del secolo scorso, un angelo in bronzo simbolizza l’Amour de Deutz, spirito guida della Maison. L’intero ecosistema produttivo, dalla vigna alla cantina, vive in simbiosi a pochi passi, testimoniando un’identità fortemente radicata.
Questi gli champagne degustati:
Il Brut Classic è la più chiara espressione della filosofia Deutz: un lavoro di cesello fatto su decine di vinificazioni separate, selezionate e assemblate con rigore. Il blend di Chardonnay (45%), Pinot Noir (35%) e Meunier (20%) regala uno champagne dal profilo slanciato, dove la freschezza si intreccia con una tessitura aromatica fine e persistente. La percentuale di Chardonnay è aumentata negli anni, riflettendo sia l’impatto dei cambiamenti climatici che la volontà di esaltare una dimensione più luminosa e vibrante dello stile della Maison.
Nel Brut Rosé, l’eleganza si veste di frutto: grazie a un sapiente utilizzo del Pinot Noir vinificato in rosso, ottenuto da una breve macerazione a freddo, il vino riesce a mantenere una fragranza invitante e una materia succosa, senza mai cadere nell’eccesso. Note di ciliegia, melograno e albicocca si rincorrono in un finale fresco e avvolgente.
Il millesimo 2018 ha permesso di sviluppare tre cuvée distintive. Il Blanc de Blancs, interamente Chardonnay, si distingue per energia agrumata e purezza minerale, con eleganti richiami gessosi. Il Vintage, che unisce Pinot Noir da Aÿ, Ambonnay e Bouzy allo Chardonnay di Avize, si presenta con una tessitura vinosa e una componente sapida di rara complessità. Il Rosé, infine, gioca sull’intensità speziata e floreale del Pinot Noir da otto villaggi iconici, rinfrescata dagli Chardonnay di Ambonnay e Avize, per un risultato sorprendente.
L’Amour de Deutz 2013 è la cuvée della grazia: solo Chardonnay, da terroir d’eccezione, affina nove anni per raggiungere una tridimensionalità fatta di ampiezza, profondità e persistenza. L’interpretazione rosé di questa cuvée, ottenuta con un’aggiunta del 6% di Pinot Noir vinificato in rosso da parcelle storiche, svela una sensualità rarefatta, tra tocchi floreali e note di frutta rossa matura.
Chiude il racconto la William Deutz 2014, cuvée de prestige che unisce le grandi uve di Aÿ, Verzenay, Avize e Mesnil in un’orchestra di aromi ricchi e stratificati. Frutta a polpa bianca e rossa, agrumi, spezie dolci e una finezza quasi tattile si fondono in una persistenza che è tanto lunga quanto emozionante. Uno champagne che non cerca mai l’effetto, ma conquista con la sua capacità di lasciare il segno, in silenzio.
In cucina Antonio Guida ha preparato Astice blu arrosto con bagna cauda, capperi, seppia bisque al caffè e vaniglia Risone con ostrica, fegato grasso, tartufo nero e fondo di cacciagione Cremoso alla verbena sorbetto al mango e menta, limone nero e salsa al Saint-Germain.
Gli Chamapgne Deutz sono distribuiti in Italia da Sagna S.p.A.
Leonardo Romanelli, fiorentino, superate nozze di diamante con la vita, ha un lavoro difficile da descrivere, visto che ne racchiude tanti: ha deciso da tempo di voler fare il moderno Anton Ego, critico gastronomico modello “Ratatouille”, seduto nelle tavole di ristoranti di tutta Italia. Da sempre si occupa anche del vino, che insegna a degustare e lo presenta in eventi pubblici, oltre ad avere insana passione per le arti, che coltiva con passione sfrenata, da quella dell'insegnamento a quella del teatro con incursioni musicali e televisive, senza scordarsi della sua vera attività, professore alla scuola alberghiera e docente in Master Universitari. Organizzatore di eventi gastronomici ad ampio raggio, come i pellegrinaggi a tema alimentare o le session di cuochi che si fanno convincere a partecipare ad eventi imperdibili, riesce, non dormendo quasi mai, ad essere scrittore curioso, cronista del gusto. Ha scelto con gioia di passare le sue giornate a tavola o in cantina, attività che volge con piacere inaudito. Ultima attività messa in ponte è quella di artista performer per eventi legati al vino, con la presenza di sue opere di riciclo creativo.
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