Dopo la flessione del 2023, la produzione cresce di 900mila ettolitri nel 2024. La Toscana si conferma terra del biologico, con il 38% della superficie vitata coltivata a bio. I numeri della ‘wine economy’ della regione presentati a PrimAnteprima, l’evento che apre la Settimana delle Anteprime di Toscana, in un’annata che si conferma sfidante con incertezze e timori per l’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo Firenze, 14 febbraio 2025 – Malgrado le difficoltà e le incertezze di mercato, il vino toscano mantiene la sua solidità, grazie soprattutto alla qualità riconosciuta e al prestigio delle sue storiche denominazioni. Nel 2024 cresce la superficie vitata regionale, superando per la prima volta i 61mila ettari, resta stabile quella coltivata a biologico (più di 25mila ettari) e migliorano produzione (2,6 milioni di ettolitri, 900mila in più rispetto all’anno precedente) ed export, soprattutto delle DOP ferme, cresciute del 5% in volume e del 10% in valore nei primi 10 mesi del 2024. Restano tuttavia le incertezze del futuro, legate soprattutto all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo e al peso del climate-change. È questa, in sintesi, la fotografia che emerge da PrimAnteprima, l’appuntamento che apre la Settimana delle Anteprime del vino toscano in cui si presentano al mondo le nuove annate. L’evento è promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, l’organizzazione è a cura di PromoFirenze, il coordinamento della comunicazione, l’ufficio stampa e i social, sono affidati a Fondazione Sistema Toscana.
IL WORKSHOP – Ad inaugurare la Settimana il workshop ospitato questa mattina, 14 febbraio, nella splendida sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, dal titolo “Il vino toscano di fronte alle sfide globali: identità, mercati e sostenibilità” a cui hanno preso parte autorità, organizzatori ed esperti del settore. Dopo i saluti di Carlo Boni per la Città Metropolitana di Firenze, ad aprire la mattinata è stato il giornalista Rai Marcello Masi con uno speech sulle radici del vino fino alle sfide future che siamo chiamati ad affrontare. A seguire, il dibattito che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, della vicepresidente e assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi e del presidente di AVITO, Francesco Mazzei, con i contributi del presidente della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti e del direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo. Tra gli interventi più attesi quello di Fabio del Bravo dirigente della Direzione Servizi per lo sviluppo rurale di ISMEA, che ha presentato il report realizzato ad hoc per PrimAnteprima con i dati di scenario, trend ed export del vino toscano.
VIDEO GALLERY – A punteggiare la mattinata di lavori rilanciando temi e sfide, i video realizzati da intoscana.it, redazione giornalistica di Fondazione Sistema Toscana. Cambiamenti climatici, mercati, innovazione sono stati i temi al centro del video con protagonisti Coldiretti, Cia e Confagricoltura Toscana. Di certificazioni e controlli del sistema vino si è parlato con l’ICQRF, l’ispettorato repressione e frodi e con Valoritalia. Il video racconto è passato poi ad approfondire uno dei primati toscani: l’agenzia regionale ARTEA, prima in Italia ad utilizzare lo schedario viticolo basato su foto aeree e grafiche. Nel video successivo la presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, ha raccontato di un altro primato toscano: quello sui vini biologici, la cui domanda continua a reggere bene sui mercati. Infine, con il presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, è stato affrontato il tema della qualità come identità di un territorio. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti della ricerca ISMEA presentata oggi:
I NUMERI DEL VINO TOSCANO – I dati della ‘wine economy’ toscana sono contenuti all’interno del report di ISMEA realizzato per PrimAnteprima e presentano una situazione che vede la regione confermarsi ancora una volta la terra del biologico, con 23.534 ettari di superficie coltivata a bio, su un totale di 61.431 ettari ovvero il 38% dell’intera superficie regionale e il 17% di quella nazionale. Un dato che evidenzia il raggiungimento e superamento con largo anticipo dell’obiettivo del 25% di superficie bio posto dal New green deal dell’Unione Europea e dall’Agenda ONU 2030. Nei giorni scorsi la Regione ha, inoltre, stanziato un fondo di 11 milioni di euro di risorse comunitarie per l’intervento di “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” in modo da aumentare la competitività dei produttori aiutandoli a far conoscere ed apprezzare la qualità dei loro prodotti nel mondo. Anche in questo ambito la Toscana supera la media nazionale, con il 55% dei vigneti che ha meno di venti anni. Degli oltre 61mila ettari coltivati a vite, quasi il 95% è destinato a vini a denominazione, rispetto ad una media nazionale che arriva al 65%. Oltre 12 mila, invece, le aziende viticole della regione che coltivano una media di quasi 4 ettari ciascuna.
LA PRODUZIONE – Con una produzione in netta crescita rispetto all’anno precedente, a 2,6 milioni di ettolitri, la Toscana occupa la settima posizione, a livello nazionale, per quantità di vino prodotto. La sua unicità emerge nel poter vantare sul suo territorio ben 58 indicazioni geografiche riconosciute, delle quali 52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT che presidiano la quasi totalità della superficie vitata. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, che occupano rispettivamente il 41% e il 21% della superficie rivendicata.
Per quanto riguarda la tipologia dei vitigni coltivati, forte la predominanza del Sangiovese, al 59%, seguito a distanza da Merlot e Cabernet Sauvignon rispettivamente con l’8 e 6%. Poco spazio è lasciato ai vitigni a bacca bianca: il Trebbiano toscano copre meno del 4% della superficie a vite e il Vermentino il 3%. Riguardo l’imbottigliamento i dati sono ancora provvisori, ma, dalle prime stime, si nota che nel 2024 sono stati imbottigliati 1,2 milioni di ettolitri di vini DOP, con il Chianti che da solo rappresenta il 47% del totale del volume imbottigliato, seguito dal Chianti Classico al 20%.
CRESCE L’EXPORT – A crescere non è solo la produzione, ma anche le esportazioni, soprattutto quelle dei vini DOP fermi. I dati dei primi dieci mesi del 2024 indicano, infatti, un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. Se questo risultato fosse confermato anche dai dati degli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730 mila ettolitri per un valore di 740 milioni di euro. Analizzando nel dettaglio le aree geografiche, si nota come la progressione più consistente dei volumi esportati è stata verso i Paesi Extra-UE, cresciuti del +7% a fronte del +1% maturato all’interno dei confini comunitari, con un divario che in valore diventa molto più evidente: +16% dei paesi Extra UE contro la flessione del -4% all’interno dalla UE. Il 54% delle consegne è stato verso Stati Uniti, Germania e Canada, con gli Usa che da soli rappresentano il 33% in volume ed il 40% in valore. Alla luce di questi dati appare evidente come in futuro rischiano di pesare le incertezze legate all’evoluzione del mercato globale nel medio-lungo periodo, in riferimento ai dazi che potrebbero essere introdotti dall’amministrazione americana. Un altro elemento di criticità è rappresentato dai possibili effetti dei cambiamenti climatici, che preoccupano i produttori tanto da indurli ad intraprendere un profondo ripensamento delle tecniche di coltivazioni e della gestione in vigna e in cantina, pensando a nuovi cloni resistenti, sensoristica, gestione dell’acqua, non ultimo proporre vini sui mercati più vicini ai desiderata di consumatori più giovani.
Ampliando lo sguardo sull’export italiano si nota che nei primi dieci mesi del 2024 sono sempre gli spumanti a trainare le esportazioni, con spedizioni in volume cresciute del 13% ed un +10% dei corrispettivi, un mercato quello delle bollicine sui cui si stanno affacciando con apprezzamento anche i vini a denominazione prodotti in Toscana, dal Maremma al Pomino, al Valdichiana, al Bianco di Pitigliano o l’Elba e, ultimo in ordine di tempo, il Toscana. Ma il segnale positivo arriva anche dai vini fermi in bottiglia che hanno registrato progressioni del 4% e 5% rispettivamente in volume e in valore. Tornano con il segno positivo anche le variazioni dei vini DOP sia nel segmento dei bianchi (+4% in volume e valore) sia in quello dei rossi (+3% in volume e +6% in valore). Dati, questi, che devono essere considerati per analizzare il cambiamento di paradigma nei consumi mondiali con sempre più persone che vogliono gli spumanti e meno vini rossi, privilegiando quelli a basso tenore alcolico soprattutto per una maggiore attenzione agli aspetti salutistici.
MERCATO INTERNO PIÙ FRAGILE – Se l’export cresce, la domanda interna evidenzia una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% per le DOP toscane, che rappresentano il 14% del valore dei vini DOP venduti nella Grande Distribuzione, mentre il valore complessivo della relativa spesa è sceso dell’1%. Anche per i vini IGT toscani, che nel 2024 hanno rappresentato l’8,5% del valore complessivo degli IGT venduti nella Distribuzione Moderna, si è rilevato un indebolimento della domanda con flessione degli acquisti in volume del 3%. Il profilo del consumatore tipo di vino DOP toscano, che acquista nella GDO, è prevalentemente over 60 (il 68% degli acquirenti) con reddito medio-alto, residente nel Centro Nord, mentre l’identikit del consumatore casalingo, che si rifornisce nel canale retail è over 55 e, sei volte su dieci, con un reddito sopra la media. Sul fronte delle vendite, tuttavia, c’è da considerare – sebbene nella debita scala di volumi – il buon andamento delle vendite presso i negozi specializzati che stanno mostrando un crescente interesse da parte dei consumatori per prodotti di qualità e per vini con caratteristiche di provenienza particolari.
Il PREMIO ASET “KYLE PHILLIPS” AD ANNA PRANDONI.
In occasione di PrimAnteprima, la vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi e il presidente di ASET – Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana, Leonardo Tozzi hanno consegnato il Premio Kyle Phillips intitolato al giornalista americano prematuramente scomparso e ogni anno assegnato dall’Associazione a un collega di settore che incarni l’approccio di franchezza, curiosità professionale, mancanza di pregiudizi e serenità di giudizio. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato ad Anna Prandoni, giornalista e scrittrice, coordinatrice di Gastronomika, verticale di food & wine del quotidiano Linkiesta.
LA WINE WEEK. La Settimana delle Anteprime di Toscana prosegue con gli appuntamenti curati dai Consorzi: Anteprima del Nobile di Montepulciano (dal 14 al 16 febbraio, Montepulciano), Chianti Classico Collection (17 e 18 febbraio, Stazione Leopolda, Firenze), Chianti Lovers & Rosso Morellino (19 febbraio, Fortezza da Basso, Firenze), Anteprima “L’Altra Toscana” (20 febbraio, Palazzo degli Affari, Firenze), Valdarno di Sopra Day (21 febbraio, Il Borro, San Giustino Valdarno – Arezzo).
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