Da un’idea di Studio Umami e Roberta Perna, comunicazione enogastronomica, con la collaborazione, dal 2019, del giornalista Maurizio Valeriani, anche quest’anno Life of Wine ha raccolto le aziende italiane nel comun denominatore degli assaggi di annate storiche. Un evento unico nel suo genere, i produttori presentano almeno l’ultima annata e le ultime due, per capire come il vino nel tempo si evolve e affina. Alla sua XIII edizione, l’incontro è sempre molto amato da esperti e semplici appassionati, noi abbiamo voluto seguire poche cantine e assaggiare una serie di annate che andremo a proporvi.
Siamo in Toscana con Villa Saletta, un nome che risulta nei documenti storici dal 980 d.C., periodo in cui già si produceva vino, oggi l’azienda viene condotta da Guy e Julia Hands che nel 2000 ne hanno recuperato l’antica tradizione per rinvigorire la produzione e il reimpianto di alcune varietà, ben 31 ettari tra Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sangiovese. Con la guida dell’enologo David Landini, l’azienda è condotta con un regime attento alla natura e al benessere dei suoli, con cura degli appezzamenti, tramite l’individuazione di singole unità di vendemmia, per valorizzare le caratteristiche delle uve e fermentarle separatamente, per garantire sempre la massima qualità.
Saletta Giulia, uve Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. La 2019 ci appare abbastanza evoluta, fresca, dal tannino ancora ruvido, si percepisce la tostatura; la 2018 rotonda e dalla evidente acidità ma con la 2016 si arriva ad un equilibrio perfetto, rotondità, evoluzione, eleganza, meglio della 2015 che si presenta in parte poco armoniosa, più esigente, aggressiva. La vinificazione avviene a freddo e l’affinamento in barrique nuove.
Con Saletta Riccardi arriviamo al Cru di Sangiovese, che fermenta in tronco conico per almeno 3 settimane, e poi affine in barrique di primo e secondo passaggio e infine in botte nuova di rovere di Slavonia. L’annata 2019 è pronta, la 2018 molto profumata e in bocca si percepisce concentrazione di frutto. La 2015 che affina solo in tonneau si presenta piuttosto difficile e stentata con evidenti note di china e tabacco. Il finale è abbastanza persistente.
Chiave di Saletta da varietà di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot, invecchia 14 mesi. La 2019 è molto fresca, bevibile, scorrevole, con ottima acidità. La 2017, annata di gelate tardive, ha sentori più vegetali. La 2015 presenta nuance ematiche, dai tannini poco scorrevoli, meno setosi. In generale per questa linea si attendono sempre almeno 5 anni.
Il Chianti Superiore da varietà Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, invecchia dai 12 ai 24 mesi. Ottima annata la 2019, sempre equilibrata, la 2018 presenta notevoli morbidezze, evoluzione e piacevole rotondità. La 2017 ha sentori vegetali, mentre la 2016 con 92% di Sangiovese è fresca, scorrevole, mostra ancora una certa vigoria giovanile con tannini vibranti e palato intenso.
Ci spostiamo in Abruzzo per due aziende storiche.
Cerulli Spinozzi nella provincia di Teramo, dove esistono vigne ultratrentennali. l’attuale cantina risale al 2003 grazie alla visione dei fratelli Vincenzo e Francesco Cerulli Irelli. Il terreno è di medio impatto argilloso e ricco di scheletro, con presenza di calcare medio-bassa. La piovosità è interessante. Le colline teramane sono vallate alluvionali e tra i massici montuosi e il mare presentano un microclima ideale per la maturazione delle uve.
Cantina Faraone inizia la sua storia dal 1916 con il bisnonno Giovanni Faraone, sempre nel cuore delle colline teramane Docg, da una famiglia di migranti e viaggiatori. Lungimiranza e costanza portano l’azienda a sperimentare la spumantizzazione che raggiunge l’apice negli anni Ottanta e Novanta. Oggi la bollicina esce con cadenza irregolare a causa dei cambiamenti del clima. Dal 2019 la cantina viene condotta da Federico e Alfonso Faraone.
Di Tenuta Cerulli Spinozzi assaggiamo Cortàlto, Pecorino, Colli Aprutini Igt, 2022, con un anno su fecce fini e bottiglia, mostra nell’annata un buon andamento tra lunghezza e immediata acidità. La 2020 al naso è verticale con nuance di lime e cedro, abbastanza equilibrato, mentre la 2019 è vivace, davanti ha ancora molto tempo, ottima grazie ad un’annata definita “nervosa”.
Per Cantina Faraone assaggiamo Le Vigne, Trebbiano d’Abruzzo 2023, rientra nell’Igt Colli Aprutini per ½ grado in meno rispetto a quanto richiede il disciplinare. L’annata mostra qui tutta la sua qualità, fresco e leggero, molto beverino e verticale. La 2019 è molto espressiva e promette nel tempo una complessità che già ora dimostra in una trama minerale eccellente. La 2013 ancora pulitissima, dai toni vegetali, ha tanto da raccontare nel suo sorso caldo e denso.
Torniamo a Cerulli Spinozzi per Terre Migliori, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg, da vigna vecchia degli anni ’60, compie malolattica spontanea e affina in tonneau e botti tonde usate per un periodo dai 12 ai 15 mesi. Riposa in acciaio e rimane in bottiglia almeno un anno per esprimersi al suo meglio. La 2018 si caratterizza da profumi intensi, spezie dolci eleganti. Il tannino è setoso, piacevole, con sensazioni fresche, armonico ed equilibrato.
Cantina Faraone ci presenta le selezioni, Santa Maria dell’Arco, Colline Teramane Docg, Montepulciano d’Abruzzo, con affinamento di 5 anni in grandi botti di legno, l’annata 2017 è ottima, nervosissima, un naso molto profumato di amarena, l’annata è stata definita tra le migliori, la longevità è assicurata. Nella 2012 sentiamo ancora una forte spinta acida, e infine la 2007 inizia in parte la sua lenta decadenza ma rimane ancora molto equilibrata. Questi vini provengono dalla parte migliore della vigna che è più esposta al mare. E dal 1992 hanno l’etichetta che vediamo oggi.
La 2012 di Cerulli Spinozzi, Torre Migliori Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg ha un naso maturo con sentori di spezie, poco intenso, il tannino vigoroso e una parte di acidità che lo sostiene. La 2009 è ottima alla gustativa con frutta sotto spirito, la spinta acida ancora in evidenza. La 2004 ha un colore granato, il naso di amarena e frutta sotto spirito, in bocca denso, cremoso, ha 20 anni ma combatte ancora.
Classe 1976, mi laureo in filologia classica alla Sapienza di Roma. Da sempre appassionata alla storia antica e alle lingue classiche, inizio a scrivere per giornali e testate online fin da molto giovane, occupandomi di costume e spettacoli. Divento prima pubblicista e poi professionista nel 2024, occupandomi di vino dal 2019, quando inizio a curare la rubrica Sulla Strada del Vino insieme al mio collaboratore Massimo Casali. Non ho ancora un blog e scrivo per chi ha voglia di approfondire e capire il vino non solo come consumatore, convinta che questo settore possa aprire scenari e mondi magnifici e inaspettati.
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