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L’interpretazione del Chianti Classico della Tenuta SAN FELICE

Il borgo storico, è il cuore pulsante della Tenuta San Felice nel Chianti, ancor oggi esempio di un passato ancora vivo, dove la piazza, la cappella, la pieve e i vicoli che un tempo conducevano alla scuola, alla panetteria e al frantoio, sprigionano ancora quel fermento tipico della cultura toscana.

Trasformato oggi in un resort, conserva ancora il fascino di un tempo, ma con una veste tutta nuova, ed è adibito ad ospitare coloro che vogliono godere della tranquillità  delle colline del Chianti e scoprirne la cucina e la viticoltura, da sempre simboli del territorio, senza però rinunciare alle comodità.

Proprio per dar risalto alla versatilità di questa realtà vinicola si è deciso di coniugare, fuori dal contesto toscano, la cucina del ristorante stellato Pipero a Roma, alla rinnovata collezione di alcuni dei vini di spicco dell’azienda.

Così l’evento, organizzato da Antonella Imborgia, Direttore Marketing e Axelle Brown Videau Responsabile della Comunicazione, insieme a Carlo De Biasi, Direttore di San Felice e Federica Cecchi, colei che ha curato le nuove etichette per la nuova linea Vitiarium , è stato un momento per conoscerne l’attuale realtà, che riesce ad esprimere la storia di questo territorio, attraverso le antiche mura del borgo e del vino che vi si produce.

Un territorio, quello di San Felice, espressione di cinque macroaree dove i diversi vitigni trovano la loro identità che si esprime appieno attraverso i vini che vi si generano.

La linea Vitiarium, frutto di oltre vent’anni di ricerca, riscoperta e sperimentazione nel campo dei vitigni autoctoni, è il fiore all’occhiello della Tenuta e vuole raccontare attraverso i vini le diverse sfaccettature dell’anima di San Felice, sia con l’assaggio, sia con le etichette che li identificano.: Il Borgo Chianti Classico DOCG, che porta in etichetta una mappa storica del borgo vista dall’alto, La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione, impreziosito dal decoro dell’antica Pieve del 714, il Pugnitello Toscana IGT, emblema dell’innovazione e della ricerca, e lo In Avane Chardonnay Toscana IGT, unico bianco della collezione.

L’azienda ha deciso di tutelare la biodiversità del territorio, non limitandosi solo ad interventi mirati nella produzione vinicola, ma gestendo un vero e proprio ecosistema dove insieme convivono uliveti, orti, colture e foreste, diventando un tutt’uno con il fine ultimo di ricreare un passato mai dimenticato.

E il progetto Vitiarium, guidato con sapienza dall’enologo Leonardo Bellaccini,  diviene un laboratorio a cielo aperto per la conservazione e lo studio dei vitigni autoctoni toscani, dove la tradizione non risulta un vincolo, ma un trampolino di lancio verso il futuro dell’agricoltura in generale.

Vogliamo ora parlarvi dei vini assaggiati della linea Vitiarium a cui si è aggiunta un’icona dell’azienda e ultimamente citato tra i migliori vini di Wine Spectator 2024: il Grigio 2021.

In Avane Chardonnay Toscana  2022 IGT (Chardonnay, Semillon, Sauvignon)

Fermentazione in parte in acciaio e in parte in botticelle delle uve prima di essere assemblate insieme,  l’affinamento in legno vuole per certi versi ricordare lo stile dei grandi bianchi della Borgogna, le note fumé che incorniciano profumi di frutta bianca, ci accompagnano ad un sorso ricco, fresco e pulito dove note di lime fanno capolino in ogni istante. Interessante.

Il Borgo Chianti Classico 2022 DOCG (Sangiovese, Pugnitello)

Questo vino riesce a coniugare al meglio eleganza e austerità, le due varietà sono vinificate in acciaio separatamente per poi svolgere insieme un affinamento di 12 mesi in botti grandi di Slavonia, si presenta con note speziati e profumi di frutti rossi ci introducono ad un sorso dove un tannino levigato ben si accompagna ad una freschezza inaspettata.

Pugnitello Toscana 2021 IGT (Pugnitello)

Dopo una fermentazione sulle bucce per 20 giorni rimane successivamente in legno per almeno 20 mesi. Risulta essere un vino su cui l’azienda crede fortemente tanto da averne ben 12 ettari di vigneti coltivati con questa varietà. L’assaggio ci mostra ancora tutta la sua gioventù, che esprimerà nel tempo tutte le sue potenzialità che possiede. Oggi pur mostrandoci di che pasta è fatto, risulta ancora leggermente scomposto con una nota amara nel finale. Lo aspettiamo con fiducia.

La Pieve Chianti Classico  Gran Selezione 2021 DOCG (Sangiovese, vitigni autoctoni)

Dopo la fermentazione in acciaio rimane in legno per 24 mesi. Ci mostra che avrà ancora tanti anni di vita davanti a sé. Si presenta con note fruttate a cui si accompagnano sentori di macchia mediterranea e alloro, all’assaggio la freschezza risulta essere l’elemento predominante e un frutto croccante ne esalta l’eleganza. Un’esplosione di sapori quando invade il palato.

Belcaro Vin Santo del Chianti Classico  2012 DOC

Un Vin Santo veramente interessante. Le uve dopo essere state ad appassire sui tipici graticci toscani e svolta la fermentazione, rimangono almeno 5 anni nei caratelli. Il sorso è anticipato da profumi di albicocca, frutta secca e miele, poi emerge la freschezza, che è il vero valore aggiunto, che va a bilanciare le note dolci.

Il Grigio Chianti Classico Riserva 2021 DOCG

Dopo una fermentazione sulle bucce per 2 settimane svolge la malolattica in acciaio per poi far affinare per 24 mesi in botti di rovere di Slavonia l’80% della massa mentre il restante matura per egual periodo in barrique di rovere francese, segue un’ulteriore permanenza in bottiglia prima di andare in commercio.

Incentrato su profumi di frutti rossi e spezie che si fondono tra loro, risulta elegante e fresco all’assaggio, che presenta un tannino di grande finezza. Il finale, lungo, è incentrato su ricordi di amarena.

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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