Quinta do Barbusano è una cantina controcorrente per l’isola di Madeira: non produce affatto il noto vino fortificato che prende il nome dall’isola portoghese, situata al largo delle coste africane, ma solo ed esclusivamente bianchi, rossi e rosati da tutto pasto.
Un’avventura cominciata tra il 2006 e il 2009 e che adesso si allarga e sbarca a Porto Santo, la seconda isola vulcanica dell’arcipelago, a poche miglia nautiche, caratterizzata però da suoli sabbiosi, esposizioni, venti e microclima assai diversi. In questo particolare terroir il proprietario di Barbusano, il 61enne António Oliveira, sta puntando sul vitigno autoctono Caracol, a bacca bianca, e su alcune varietà rosse, “più adatte al suolo povero di Porto Santo, dove abbiamo una resa più bassa ma di qualità e condizioni più favorevoli ai vini rossi”, puntualizza il signor Oliveira mentre ci guida in una visita al suo vigneto principale, in località São Vicente.
Sono 12 ettari di vigna collocati nella conca di un anfiteatro naturale, sopra una ripida vallata a 450 metri di altezza, nella zona più selvaggia di Madeira, un gigantesco tappeto verde sospeso e sorretto da file di pali di legno e sostegni di roccia, una coltivazione “eroica” che protegge anche il terreno dai rischi d’erosione.
Conoscendo il mercato e il terroir di Madeira, isola dove la produzione è per il 90% di vino fortificato, Oliveira ha concretizzato un “pezzetto” alla volta il suo sogno enologico, acquisendo piccoli appezzamenti di vigna e piantandovi varietà come Verdelho, Touriga Nacional, Tinta e Aragonez avviando la produzione in “solitaria” di bianchi, rosati e rossi. Etichette come il Vinhas do António, da uve Arnsburguer e Verdelho, un bianco agrumato con aromi di mela verde e frutta tropicale matura; o il rosso Locuras do Enológo, un’altra delle sue sperimentazioni: un Tinta (bacca rossa) più una piccola percentuale di Verdelho, dalle note di frutta matura, spezie e un tocco floreale. Incarnando il genius loci, i vini fermi di Quinta do Barbusano devono all’altitudine, all’esposizione ben ventilata e ai terreni d’origine vulcanica freschezza, acidità e salinità.
Il patrimonio di vigne comprende poi piccoli appezzamenti in più località dell’isola, Ribeira da Janela, Porto Moniz, Ponta Delgada, Arco de São Jorge, che hanno permesso a Oliveira di diventare con le sue 80mila bottiglie il più grande produttore di vini DOP dell’arcipelago di Madeira; che insieme a Capoverde, le Azzorre e le Canarie forma il gruppo geografico della Macaronesia.
Oggi però Quinta do Barbusano si espande sulla vicina isola di Porto Santo grazie a un progetto di recupero e valorizzazione dell’autoctono Caracol. Nel 2021 ha piantato 3 ettari di questa varietà locale a bacca bianca; e un po’ di rossi: Touriga nacional, Aragones, Castelau e Syrah. Nel 2025 prevede di piantare anche la Malvasia (localmente chiamata Lestrao) e di creare nuove vigne. Al momento ha imbottigliato due vini da “sperimentazione”, ma non ancora prodotti con le sue uve. Questi arriveranno a partire dalla vendemmia 2025. Info www.barbusano.pt